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San Gimignano, una giornata autunnale con Flavia e Francesco

San Gimignano, una giornata autunnale con Flavia e Francesco
Cappella Sant’Andrea, 03/11/2015
Intervista alla sig.ra Flavia Del Seta, titolare dell’azienda agricola famigliare di Toscana in San Gimignano (SI) al numero 26 della località Casale.
A cura di Marco Giardinelli

Si prospetta una bella giornata soleggiata dei primi di novembre, in piena raccolta delle olive pronte per la molitura in quel di San Gimignano, zona della DOCG della Vernaccia di San Gimignano.
Chiamo al telefono la proprietaria signora Flavia Del Seta, che ci farà visitare questa interessante azienda agricola e che attualmente la gestisce insieme al marito Francesco, quarta generazione di “vignerons” in Cappella Sant’Andrea.

Attendiamo prendendoci un caffè in paese e dopo che la proprietaria ha svolto le faccende casalinghe, veniamo ricevuti, prima dal marito, il sig. Francesco che lascia temporaneamente la sistemazione delle reti sotto gli ulivi per fare gli onori di casa.
Vengo intanto attratto da alcune grosse conchiglie esposte su una tavoletta che, spiega il sig. Francesco, sono stati repertati a seguito di aratura del terreno, a dimostrazione che anche questa località faceva parte del fondo di un antico mare, esistito circa 5 milioni di anni fa (era geologica del Pliocene inferiore). Poi le terre sono emerse e sono state modellate dalle piogge e dai torrenti, formando colline con dolci pendii e ripide scarpate. Noi siamo proprio sulla cresta di una di queste colline, a 280 metri s.l.m.

Nel frattempo arriva la nostra interlocutrice insieme alla bimba Clara, nata da poco, figlia della giovane coppia, comodamente sistemata nel marsupio a dorso che con sguardo interessato ci segue nel percorso, il signor Francesco può così tornare ad occuparsi della raccolta in atto delle olive di varietà cultivar Leccino e Frantoio.
In questa visita guidata, mi accompagna anche mio zio, il signor Alborino Giardinelli che con i suoi 90 anni di esperienza di vita nei campi, come ospite, segue la descrizione di questa genuina location produttiva che sembra davvero anacronistica in un’era di grande industrializzazione agricola.

“Capella Sant’Andrea”, ci spiega la sig.ra Flavia, “é un’azienda che esiste dagli anni cinquanta del secolo scorso, quando Giovanni Leoncini e il padre Renato acquistarono il podere mezzadrile di 25 ettari ad un chilometro dalla suggestiva città medievale di San Gimignano. Insieme alla figlia Antonella, Giovanni ha realizzato la nuova cantina ed aumentato i vigneti, concentrandosi su quelli autoctoni, in particolare Vernaccia di San Gimignano e Sangiovese”.

Mentre ci avviamo nel podere, lungo il sentiero sul lato ovest della collina prospiciente il paese, rivolgo alcune domande alla sig.ra Flavia Del Sete

Redazione: “La scelta aziendale di produrre in biologico, non solo il vino, da cosa è dettata?”

FDS: “La nostra azienda non si è convertita al biologico, mantiene la sua produzione secondo criteri dettati dalla natura con la massima applicazione non solo al raccolto a mano di frutti sani, ma anche alla preparazione del terreno ed alla cura delle piante in funzione delle esigenze del momento e quindi prestando attenzione a tutto il ciclo produttivo e questo da sempre, quindi nasce già da mezzo secolo ad oggi come azienda biologica”.

Redazione: “Noto cavalli, asini e capre che godono libertà di movimento in terreni recintati, gli animali vengono curati allo scopo di valorizzare l’immagine dell’agriturismo?”

FDS: “Lo scopo di allevare capretti permette la produzione di un concime meno aggressivo da spargere sul terreno che insieme al favino, per esempio, permette il sovescio che ha indubbi vantaggi, come arricchire il suolo di sostanza organica e nutritive, grazie all’acqua presente nelle leguminose aumenta la disponibilità idrica del terreno migliorandone la struttura fisica fornendo il 50% di elementi nutritivi a disposizione ed il restante 50% negli anni successivi, protegge il suolo dalle erosioni e controlla le infestanti. Per quanto concerne i nostri asini e cavalli hanno tutti un nome: Giosuè, Birbante, Fosca, Felicita e Bella e fanno parte della nostra famiglia!”

Entrati in cantina, nel pieno della fermentazione in un ambiente vinoso, Flavia inizia ad elencare le produzioni di vino.

FDS: “I vini bianchi che produciamo sono tre. La Vernaccia di San Gimignano tradizionale con fermentazione in acciaio senza le bucce utilizzando solo il succo, la vendemmia a mano avviene in cassette che vengono conferite direttamente in cantina nella pressa. La fermentazione (lievitazione) su lieviti selezionati. Il “Rialto” proviene invece da uve di un vigneto di quarantotto anni, l’uva diraspata ed in pressa a contatto con le bucce per dieci ore, passa poi in acciaio, la fermentazione avviene su lieviti indigeni, affinamento sulle fecce in barriques di rovere francese. Da origine ad un vino dal profumo intenso e complesso, con note fruttate ben mature ed una piacevole mineralità che si accentua negli anni. La terza Vernaccia è particolare per via della fermentazione, sempre su lieviti naturali indigeni, la vinificazione, di origine etrusca, prevede il contatto sulle bucce per due settimane. Si impiega giare da trecento litri in terracotta rivestita internamente con cera d’api. La mineralità della Vernaccia, spiega Flavia, si esalta con la terracotta fiorentina di origine argillosa delle antiche giare impiegate, in quanto il terreno è sabbioso-argilloso. Abbiamo anche un rosato, un Sangiovese e quattro rossi di cui due piccole selezioni (IGT base di Sangiovese e Merlot), un Chianti colli senesi 100% Sangiovese, un riserva San Gimignano Rosso DOC con 75% Sangiovese e 25% Merlot”.

Chiudiamo l’incontro in taverna, splendidamente arredata che accoglie all’interno il Museo dell’arte e della tradizione contadina, piccolo gioiello allestito negli anni e utilizzato per le degustazioni guidate con annessa cucina con grandi pianali in marmo e tutto l’occorrente per il cooking class.

“La nonna Iva”, spiega Flavia, “ci ha insegnato semplici e tradizionali ricette di famiglia che impiega pasta fresca per una cucina povera toscana le quali si preparano in occasione di eventi degustativi che si svolgono da aprile ad ottobre, ma anche nel periodo invernale con tante pietanze che impiegano tartufi e zafferano e naturalmente accompagnati dall’ottimo vino dei poderi Leoncini”.

In confidenza, la sig. Flavia mi rivela il suo disappunto circa la natura collaborativa tra le aziende agricole, in particolare non rilevabile tra le vecchie generazioni toscane, mentre tra i giovani imprenditori agricoli, invece, si cerca di fare sistema come nel distretto di San Gimignano dove, per esempio, sul 25% della superficie vitivinicola e sul 50% del seminativo si pratica il biologico.

Al termine della visita ci raggiunge il marito di Flavia che le da il cambio prendendo in braccio la bimba per permettere alla moglie di preparare la confezione di vini che mi verrà consegnato per una degustazione privata.
Non mi resta che ringraziare i signori viticoltori in San Gimignano dell’azienda agricola Cappella Sant’Andrea per la loro disponibilità e prima di salutarci, regalo loro due frutti provenienti dal mio frutteto di kaki yokono che prelevo da un contenitore destinato agli amici con cui trascorrerò la serata.

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