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Grani antichi e blockchain

Grani antichi e blockchain

Siamo partiti il lunedì 11/07/2022 di buon mattino da Casoli in provincia di Chieti in Abruzzo, alla volta di Calvi in provincia di Benevento con a bordo del mio pick-up, il sottoscritto, la signora Orietta Menna e suo figlio Antonio insieme al professor Giuseppe Manzi, storico dell’arte e studioso della cultura contadina del centro Italia. La destinazione è una azienda agricola nata soltanto qualche anno fa e decisamente innovativa, sicuramente non nella ricerca di produzioni agroalimentari intensive, al contrario: la ricerca di grani antichi coltivati nel rispetto dell’ambiente ed interamente in biologico ma con una nota unica nel panorama tecnologico, applicandola in agricoltura. Si tratta della tracciabilità lungo tutta la filiera produttiva con metodo digitale attraverso sensori in campo e dati immessi nella blockchain di tipo ecosostenibile: Distributed ledger technology (Dlt) permissioned, cioè privata, mediante una applicazione che convoglia i dati in un server privato di Lugano in Svizzera.

Ogni confezione riciclabile riporta in etichetta, mediante QR code, tutto quanto riguardi il tipo di semenza, il lotto ed il fondo da cui proviene, la molitura e la trasformazione in prodotti da destinare al consumo, personalmente aggiungerei che si tratta di lavorazioni artigianali destinati a negozi gourmet.

Arrivati a fine mattinata ed accolti con piacere dalla titolare dottoressa Nadia Savino, riceviamo i primi importanti ragguagli sulla tipologia dei terreni e le caratteristiche del territorio. Di lì a poco si uniscono a noi il mio amico Ennio Fusco ed un illustre imprenditore svizzero molto attivo in campo finanziario e sempre alla ricerca di buon cibo da offrire nel suo innovativo Street Food di Gusto e Tradizione presso Zurigo, nella persona di Rocco Minelli, il quale si mostra immediatamente interessato alle argomentazioni delle due imprenditrici presenti: la padrona di casa Nadia di BioLù e colei che mi ha accompagnato in viaggio insieme al gruppo, Orietta di Terra Nobile dall’Abruzzo.

Dopo aver ricevuto copia autografata di una opera letteraria sulla storia dei cuochi d’Abruzzo dalle mani dell’autore professore Giuseppe Manzi, Rocco, Ennio ed io, insieme a tutta la compagnia ci avviciniamo ad tavolo dove viene esposto un ricco buffet.

A seguito di una generosa offerta, da parte della dottoressa Savino, di specialità gastronomiche apprezzatissime dagli astanti e accompagnato da vini della cantina “I Pentri”, viene siglata una iniziativa di collaborazione degustando uno spumante metodo classico da uve Chardonnay Trento DOC Monfort. coltivati nel rispetto dell’ambiente ed interamente in biologico ma con una nota unica nel panorama tecnologico, applicandola in agricoltura. Si tratta della tracciabilità lungo tutta la filiera produttiva con metodo digitale attraverso sensori in campo e dati immessi nella blockchain di tipo ecosostenibile: Distributed ledger technology (Dlt) permissioned, cioè privata, mediante una applicazione che convoglia i dati in un server privato di Lugano in Svizzera.

Ogni confezione riciclabile riporta in etichetta, mediante QR code, tutto quanto riguardi il tipo di semenza, il lotto ed il fondo da cui proviene, la molitura e la trasformazione in prodotti da destinare al consumo, personalmente aggiungerei che si tratta di lavorazioni artigianali destinati a negozi gourmet.

Arrivati a fine mattinata ed accolti con piacere dalla titolare dottoressa Nadia Savino, riceviamo i primi importanti ragguagli sulla tipologia dei terreni e le caratteristiche del territorio. Di lì a poco si uniscono a noi il mio amico Ennio Fusco ed un illustre imprenditore svizzero molto attivo in campo finanziario e sempre alla ricerca di buon cibo da offrire nel suo innovativo Street Food di Gusto e Tradizione presso Zurigo, nella persona di Rocco Minelli, il quale si mostra immediatamente interessato alle argomentazioni delle due imprenditrici presenti: la padrona di casa Nadia di BioLù e colei che mi ha accompagnato in viaggio insieme al gruppo, Orietta di Terra Nobile dall’Abruzzo.

Dopo aver ricevuto copia autografata di una opera letteraria sulla storia dei cuochi d’Abruzzo dalle mani dell’autore professore Giuseppe Manzi, Rocco, Ennio ed io, insieme a tutta la compagnia ci avviciniamo ad tavolo dove viene esposto un ricco buffet.

A seguito di una generosa offerta, da parte della dottoressa Savino, di specialità gastronomiche apprezzatissime dagli astanti e accompagnato da vini della cantina “I Pentri”, viene siglata una iniziativa di collaborazione degustando uno spumante metodo classico da uve Chardonnay Trento DOC Monfort.

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